22/06/13

NO F35

TAGLIA LE ALI ALLE ARMI

Lunedì 24 giugno la Camera dei Deputati inizia a discutere una mozione che chiede la cancellazione della partecipazione italiana al programma dei cacciabombardieri
F-35 Joint Strike Fighter, firmata da 158 parlamentari di SEL, PD e M5S.
La campagna “Taglia le ali alle armi”, promossa dalla Campagna Sbilanciamoci!, la Rete Italiana per il Disarmo e la Tavola per la pace, ti invita a scendere in piazza per sostenere questa nuova iniziativa parlamentare e tutte quelle che si renderanno necessarie per bloccare una scelta sbagliata e dannosa.
I 14 miliardi di euro per comprare (e gli oltre 52 miliardi per l'intera vita del programma) un aereo con funzioni d’attacco, capace di trasportare ordigni nucleari, possono essere spesi meglio: per creare nuovi posti di lavoro, per finanziare la scuola pubblica, i servizi sanitari e sociali.
Chiediamo ai Deputati di votare la mozione che chiede al Governo di cancellare gli F35
Per firmare la petizione:

20/06/13

SIRIA

Appello della Wilpf Italia alla ministra Emma Bonino


nei mesi scorsi la Lega Internazionale di Donne per la Pace e la Libertà (WILPF)si è rivolta alle massime autorità dei Paesi Europei per sollecitarle a cercare una soluzione negoziata alla guerra in Siria.
Come organizzazione internazionale di donne di lunga data, che dal 1915 lavora per realizzare un mondo di pace, la WILPF ha partecipato alla 22a sessione del Consiglio dei Diritti Umani, in cui una Commissione di Inchiesta ha riferito sulla Siria, mettendo in evidenza le violazioni dei diritti umani da entrambe le parti e cercando il coinvolgimento della Corte Penale Internazionale ( da Lei così fortemente voluta!).
Nel giugno 2012  il comunicato finale del Gruppo di Azione per la Siria individuò iniziative e misure per garantire la piena attuazione del piano in sei punti ,e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza 2042 e 2043 tra cui una cessazione immediata della violenza in tutte le sue forme.
Riteniamo inverosimile che si possa pensare- come hanno mostrato Francia e UK -che la fornitura di armi  ad una delle parti in questo conflitto possa portare alla fine della violenza.
Tutte le armi sono usate per uccidere, e il numero dei civili morti in questo conflitto continua a salire. La quantità di sfollati mette a rischio la stabilità di tutta la regione.
Abbiamo invece apprezzato la determinazione con cui Lei, Onorevole Bonino, ha rivendicato il NO dell’UE al ritiro dell’embargo di armi alla Siria.
In particolare in questi difficili giorni.
La esortiamo a non cedere né nei confronti dell’UE, né del Governo italiano e a usare forza diplomatica e poteri di negoziazione per portare le parti in conflitto in Siria al Tavolo del negoziato. Tutti i conflitti devono terminare con un accordo negoziato, che è ciò che è necessario ora.
Con la Sua azione ha dimostrato concretamente il valore della presenza di una donna nei livelli alti della politica. La UNSC 1325 è stata in questo caso attuata.

Per la WILPF Italia
la presidente Antonia Sani

19/06/13

TURCHIA

La nostra lotta comune ci porterà i giorni più belli...

Ancora una volta desideriamo esprimere il nostro pieno sostegno e solidarietà con la vostra giusta lotta e condanniamo il crescente autoritarsmo e la brutale repressione scatenata dal governo Erdogan contro le lavoratrici ed i lavoratori turchi, contro il popolo turco che resiste.
Siamo orgogliose della vostra posizione militante senza compromessi e chiamiamo tutte le organizzazioni della WIDF ad esprimere in qualche modo il loro sostegno e a condannare l'autoritarismo del governo turco, che va di pari passo con la sua politica anti-lavoro e impopolare. La nostra lotta comune contro i monopoli ed i governi che li servono ci porterà  - come ha scritto il grande poeta turco Nazim Hikmet  -  "i nostri giorni più belli ... quelli che non abbiamo ancora vissuto",
La Federazione delle donne greche all'Unione donne turche

18/06/13

SIRIA

Donne in Nero:
pace possibile in Siria fermando le interferenze straniere

 “Dopo una visita di 10 giorni in Libano e in Siria, a capo di una delegazione di 16 persone provenienti da 8 paesi, invitata dal Movimento Mussalaha per la Riconciliazione, sono ritornata con la speranza che la pace sia possibile in Siria, a condizione che tutte le interferenze straniere vengano fermate e ai Siriani sia concesso risolvere i loro problemi in base al diritto all’autodeterminazione”. 
Così Mairead Maguire, Premio Nobel per la Pace.
Purtroppo, questa speranza sta svanendo con l'annuncio che gli Stati Uniti forniranno armi direttamente all'"opposizione siriana" - e sicuramente i suoi alleati europei, tra cui l'Italia seguiranno.
L'affermazione della Casa Bianca che questa escalation militare è la risposta degli Stati Uniti alla violazione delle norme internazionali per l'uso da parte del governo siriano di armi chimiche è un insulto alla nostra intelligenza.
 La spinta verso un intervento diretto non ha nulla a che fare con il desiderio di proteggere la vita umana in Siria. Gli Stati Uniti e le altre potenze esterne non possono essere visti come mediatori onesti. Dietro la facciata di preoccupazione umanitaria, vediamo i soliti interessi economici e strategici. Ad esempio, un nuovo gasdotto è previsto per portare il gas iraniano in Siria, e, eventualmente, ai mercati europei. Questo non corrisponde agli interessi degli Stati Uniti e dei loro alleati. Così, il popolo della Siria saranno sottoposti ad una guerra di rapina che per quanto possa rovesciare Assad, non porterà loro la libertà o l'autodeterminazione.
Dopo l'intervento libico, gli Stati Uniti ed i suoi alleati, ovviamente, credevano di poter facilmente perseguire una simile strategia di dirottare le proteste popolari e di fomentare una guerra civile settaria per rovesciare Assad, per poi installare un governo fantoccio. Che proprio non è accaduto e il motivo fondamentale non è una mancanza di armi - Qatar, Arabia Saudita e Turchia hanno ricevuto il sostegno segreto di Washington nel inviare armi agli elementi islamici più virulenti del movimento ribelle, mentre la Russia e l'Iran hanno forniti armi al governo siriano - ma piuttosto il fatto che la maggioranza della popolazione, per quanto  possa essere ostile a Assad, risentono l'interferenze straniera e i jihadisti stranieri ancora di più. 
 

16/06/13

CONVENZIONE DI ISTANBUL

Ratifica al Senato

Martedì 18 giugno torna all'esame del Senato il ddl 720 per la ratifica e applicazione della Convenzione d'Istanbul sulla prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne.
"Nel contrasto alla violenza sulle donne l’Italia è tra i primi della classe. Almeno sulla carta. Saremo presto il quinto Stato – dopo Albania, Portogallo, Turchia e Montenegro – ad aver ratificato la Convenzione di Istanbul, il trattato internazionale del Consiglio d’Europa volto a prevenire e sanzionare i femminicidi, gli stupri e le altre forme di violenza di genere. Rimangono ora venti Stati – tra cui Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Svezia ecc. – che pur avendo firmato il trattato non lo hanno ancora ratificato.
Dopo che martedì 28 maggio la Camera ha approvato la Convenzione all’unanimità (e dopo le polemiche per l’aula semideserta durante la discussione prima del voto), manca l’approvazione del Senato. In base a quanto stabilito dal trattato serviranno comunque le ratifiche di altri cinque Stati prima che la disciplina internazionale possa entrare in vigore.
Ma qual è il contenuto della Convenzione di Istanbul e dei suoi 81 articoli?"

Leggi il resto:

15/06/13

DONNE SAHARAWI


40 anni di violazione dei diritti da parte del Marocco

France Libertés (Fondazione Danielle Mitterrand), nella sua relazione alla ventitreesima sessione del Consiglio dei Diritti umani svoltasi a Ginevra dal 27 maggio al 14 giugno 2013, relazione pubblicata sul sito web del Consiglio, ha esortato le Nazioni Unite ad assumersi le proprie responsabilità rispetto al Sahara occidentale e a proteggere i cittadini saharawi dalla sistematica repressione esercitata contro di loro, in particolare contro le donne saharawi.
Nella relazione intitolata "La situazione delle donne in Sahara occidentale ", France Libertés ha sottolineato come la destabilizzazione delle donne saharawi dura da più di 40 anni nei territori occupati del Sahara Occidentale, un territorio non autonomo  che il regno del Marocco occupa illegalmente dal 1975.
A più di 20 anni di distanza  dall’approvazionein seno all'Assemblea generale delle Nazioni Unite della Convenzione contro tutte le forme di discriminazione contro le donne, la situazione delle donne Sahrawi si va deteriorando sempre più pericolosamente a causa della politica di occupazione marocchina.
PENSIERI PER UN  WEEKEND                     
 

di Giancarla Codrignani

1) Donne italiane: le donne hanno superato i maschi nelle elezioni amministrative, dopo le solite dicerie ("le donne non votano le donne") e l'ideologia delle "quote".
Bastava la doppia preferenza....
2) Donne turche: che cosa scommettiamo che anche a Istambul questa protesta verrà ricordata come ecologica ("salviamo 800 alberi") o laicista ("ci faranno una moschea") o anche anticonsumista ("ci costruiscono un supermercato")? Non c'è più traccia nei media della reazione di donne e giovani contro il divieto di bacio nelle strade e le minacciate "velature" delle donne. Come se il primo problema non fosse la violenza sessista: alla fine dello scorso anno una deputata ha scandalizzato il Parlamento mostrando sul suo corpo le lividure delle botte maritali. E la giallista Esmahan Aykol dice (su Repubblica di oggi) che in Turchia "non è difficile essere scrittrice, ma essere donne...ogni giorno ne vengono uccise tre ".
3) Donne cattoliche (e non solo): Papa Francesco è molto caro e dice cose entusiasmanti. Peccato che continui il culto dell'embrione tipico del maschilismo di un clero che, anche se non ha idee ben chiare su come nascono i bambini, dovrebbe rinunciare a chiedere a tutti i governi del mondo "la protezione giuridica" di ogni prodotto del concepimento. Pensare che le donne tentano di spiegare che cosa'è la maternità "libera e responsabile" e che cos'è la violenza....
 
14 giugno 2013

14/06/13

NO DAL MOLIN

Donne in Nero: Appello alle Autorità a non partecipare all’inaugu...:
"Come atto di rispetto alla città chiediamo a tutte le autorità locali di non partecipare all’eventuale inaugurazione della nuova base Usa al Dal Molin***E' questa la richiesta che gruppi, associazioni e comitati vicentini rivolgono alle autorità locali attraverso una raccolta firme che durerà fino a fine giugno. Clicca qui per firmare. Scarica il modulo e raccogli le firme tra vicini, amici e parenti. Riconsegna il modulo compilato al banchetto che sarà presente a FestAmbiente L’inaugurazione della nuova base USA Dal Molin è un atto che gli statunitensi vogliono riproporre...

07/06/13

TURCHIA

Care donne della Turchia, siamo con voi!

La Federazione delle donne greche (OGE) ha inviato il seguente messaggio di solidarietà all’Unione delle donne per l’uguaglianza e la libertà di Turchia, organizzazione affiliata all’Ufficio europeo della Federazione democratica internazionale delle donne (Widf).
“Care amiche e compagne, stiamo seguendo con grande apprensione gli avvenimenti nel vostro paese e la violenta repressione a danno dei dimostranti a Istanbul e altre città della Turchia. Noi della Federazione donne greche (OGE) condanniamo la repressione e l’autoritarismo del governo di  Erdoğan ed esprimiamo la nostra solidarietà al movimento delle donne e al popolo di Turchia in lotta contro le politiche governative antipopolari e contrarie agli interessi dei lavoratori. Noi in Grecia, insieme alle altre donne, agli operai, ai lavoratori tutti, agli studenti leviamo la nostra voce solidale col popolo turco, contro i monopoli e l’autoritarismo. Noi della Federazione delle donne greche siamo infatti convinte che le lotte del movimento delle donne, e quelle del movimento popolare in generale, debbano indirizzarsi contro i monopoli, cioè contro le ragioni che producono le politiche antipopolari dei governi borghesi e contro le organizzazioni imperialiste, ed aprire la strada alla soddisfazione dei nostri bisogni immediati e all’uguaglianza sociale e di genere.
Siamo con voi in questa lotta, in nome dell’amicizia fra i popoli e contro l’odio nazionalistico!”

02/06/13

I 5 CUBANI

5 giornate per i 5 Cubani
Cinque giornate fitte di iniziative pubbliche - dal 30 maggio al 5 giugno -  sono in corso a Washington DC, con la partecipazione di rappresentanti di 22 paesi del mondo, per chiedere che cambi la politica Usa verso Cuba e la libertà per i 5 Cubani detenuti negli Usa da 15 anni.
 Alle attività di queste 5 giornate hanno assicurato la loro partecipazione parlamentari, intellettuali, avvocati, sindacalisti e attivisti provenienti da 22 paesi del continente americano e del mondo. Tra questi la celebre attivista dei diritti civili Angela Davis, il giornalista e scrittore Ignacio Ramonet , già caporedattore di Le Monde Diplomatique; Dolores Huerta, notissima scrittrice giornalista ed ex parlamentare brasiliana, autrice di numerosi libri, tra cui i best seller Olga; Wayne Smith, ex capo della sezione Interessi Usa a Cuba; Ramsey Clark del Centro per i diritti umani negli Usa; il filosofo italiano e parlamentare europeo Gianni Vattimo, e molti altri.

2 GIUGNO

Il 2 giugno è la nostra festa,
la festa delle donne e degli uomini che si riconoscono nella Costituzione,
che sancisce i diritti di tutte e di tutti, il diritto al lavoro, all’istruzione, alla salute…,
e il ripudio della guerra.
Ribadiamo la pace come bene comune e valore fondante e fondamentale della Repubblica
Fuori la Guerra dalla Storia