30/10/15

NO NATO NO WAR


Verso un Coordinamento europeo No-Nato 



COMUNICATO FINALE DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE CONTRO LA GUERRA, PER UN’ITALIA NEUTRALE, PER UN’EUROPA INDIPENDENTE  

I partecipanti al ”Convegno internazionale contro la Guerra, per un’Italia neutrale, per un’Europa indipendente” svoltosi a Roma il 26 ottobre 2015 per iniziativa del Comitato No Guerra No Nato — provenienti da Italia, Spagna, Portogallo, Germania, Grecia, Cipro, Svezia, Lettonia, oltre che dagli Usa — denunciano la mega-esercitazione Nato Trident Juncture attualmente in corso nel Mediterraneo in preparazione di nuove aggressioni dell’Alleanza a guida Usa in Europa, Asia e Africa.
La Nato — responsabile di guerre che hanno causato milioni di morti,milioni di profughi e immani distruzioni — ci sta trascinando in una guerra senza fine i cui esiti, proseguendo lungo questa via, saranno catastrofici per il mondo intero.
Per uscire da questa spirale di guerra, i partecipanti al Convegno chiamano a un’alleanza fra tutte le forze democratiche, di pace, per la sovranità dei popoli, contro le guerre volute da un’infima minoranza di cinici profittatori.
Si impegnano a tal fine a costituire un Coordinamento europeo perché i paesi attualmente appartenenti alla Nato riacquistino la loro sovranità e indipendenza, requisito fondamentale per creare una nuova Europa che contribuisca a relazioni internazionali improntate alla pace, al rispetto reciproco, alla giustizia economica e sociale. Si impegnano allo stesso tempo a collaborare con qualsiasi movimento democratico nel mondo persegua scopi analoghi. 


24/10/15

NO NATO NO WAR


CONVEGNO INTERNAZIONALE CONTRO LA GUERRA 

PER UN'ITALIA SOVRANA E NEUTRALE 

PER UN'EUROPA INDIPENDENTE

Roma, 26 ottobre 2015
Centro Congressi Cavour

Convegno internazionale organizzato dal Comitato No Guerra No NATO, per l’uscita dell’Italia e dell’Europa dalla NATO, Partecipano parlamentari ed  esponenti dei movimenti europei contro la guerra per denunciare la mega esercitazione Nato Trident Juncture15 in corso attualmente nel Mediterraneo .
La NATO è responsabile di guerre che hanno causato milioni di morti, milioni di profughi e immani distruzioni. Per un’alleanza tra tutte le forze democratiche, di pace, per la sovranità dei popoli, contro le guerre volute da un’infima minoranza di cinici profittatori.



NO TRIDENT JUNCTURE

LA GUERRA COMINCIA QUI


Anche le DONNE IN NERO, con tante altre e altri, si oppongono alle esercitazioni di TRIDENT JUNCTURE 2015 e alle spinte verso un nuovo scontro mondiale

Siamo tutte e tutti colpiti dalla guerra. Alcuni di noi dalla violenza diretta all'interno dei paesi europei e alle frontiere della fortezza Europa; tutti noi come complici, anche se riluttanti, nella militarizzazione delle nostre società e nelle guerre lontane combattute nel nostro nome. Guerra e militarizzazione iniziano da qui: reclutamento, formazione, esercitazioni militari. Armi vengono prodotte, infrastruttura viene militarizzata, i media e il sistema educativo normalizzano la guerra e promuovono i valori militari che diventano una parte della vita quotidiana
Da anni noi donne in nero ci occupiamo di conflitti armati e guerre a partire dalla relazione con le donne dei luoghi dei conflitti, da tempo insieme a loro abbiamo individuato nella NATO una vocazione militare sempre più accentuata, che è passata da una strategia di difesa ad una di interventi militari, con l’intento di dominare aree sempre più vaste e il miraggio di vantaggi economici e finanziari per i paesi membri, fra i più ricchi del mondo. La NATO è sempre più propensa alla guerra, in grado di entrare in azione in paesi a noi vicini e ovunque nel mondo.


17/10/15

CUBA

FDIM: L’INGIUSTO BLOCCO IMPOSTO DAGLI STATI UNITI A CUBA DEVE FINIRE!


La FEDERAZIONE DEMOCRATICA INTERNAZIONALE DELLE DONNE (FDIM) ha preso parte a L’Avana, il 16 ottobre, al XII Forum della società civile cubana contro l’embargo.
Al termine della manifestazione, l’Ufficio regionale della  per l’America e i Caraibi della FDIM ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“A circa un mese dal compimento dei suoi 70 anni, la FDIM si unisce a quanti sollecitano l’attesa decisione di porre fine al blocco economico, politico e commerciale imposto dagli Stati Uniti a Cuba da più di 50 anni.
Fondata subito dopo la liberazione del mondo dalle orde fasciste, la nostra FDIM è nata dalle mobilitazioni delle donne che intendevano difendere i loro diritti e denunciare le ingiustizie al mondo. Dal suo Ufficio regionale per l'America e Caraibi, che coordina 67 organizzazioni affiliate e associate, a nome di tutte, esprime con forza la richiesta di immediata cessazione di questo blocco genocida.

13/10/15

STOP TTIP


Settimana internazionale di mobilitazione contro il TTIP (Trans-Atlantic Trade and Investment Partnership)

TURCHIA / Terrorismo di stato

INDIGNAZIONE E SOLIDARIETA' 

MESSAGGIO ALLE DONNE DEL MOVIMENTO PER LA PACE TURCO


Con profondo rammarico esprimiamo la nostra indignazione per l'attentato terrorista che ha causato la perdita di centinaia di donne e uomini, partigiani del Movimento della Pace. 
Condanniamo questo barbaro, inumano atto ed esprimiamo la nostra solidarietà al popolo turco, alle donne turche, alle famiglie che hanno perso i propri cari.
Care compagne, noi sosteniamo incondizionatamente la lotta antimperialista e decisamente la portiamo avanti poiché la speranza dell'umanità intera è che abbia fine il potere degli imperialisti che causano disastri, guerre, povertà e rifugiati.
Vi preghiamo di trasmettere le nostre condoglianze alle famiglie delle vittime innocenti.
Con tutta la nostra solidarietà

OGE - Federazione delle donne greche

12/10/15

NO WAR / NO NATO

SI ALLA PACE, NO ALLA NATO!

No alle esercitazioni belliciste 2015 in Spagna, Italia, Portogallo e nel resto d'Europa! E' necessario dire NO alle esercitazioni belliciste 2015 in Spagna, Italia, Portogallo e nel resto d'Europa! E’ diritto di ciascun popolo decidere sovranamente l’uscita del proprio paese dalla NATO. E' urgente costruire un mondo di pace, libertà e giustizia, diritti e progresso sociale - Appello congiunto del Movimento Democrático de Mulheres (MDM) del Portogallo, Awmr Italia (Donne della Regione Mediterranea) ed altri... 


La Nato ha annunciato al mondo che manovre militari su larga scala  si stanno tenendo in Spagna, Italia e Portogallo, dai primi di ottobre all'inizio di novembre 2015. Tali  esercitazioni militari  coinvolgono oltre 36mila militari provenienti da 28 Stati membri di questo blocco politico-militare e da altri paesi e organizzazioni "partner".
Considerate tra le più vaste esercitazioni militari della NATO mai tenute, queste si svolgono in una sequenza di manovre militari Usa e NATO che ha visto coinvolte diverse altre regioni d'Europa: Mar Baltico, Europa orientale (Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Ucraina), Mar Nero:  una chiara, continuata dimostrazione di arroganza nei confronti dei popoli dell'Europa orientale e, in particolare, della Federazione Russa.
La NATO ha dichiarato  di voler costituire una forza permanente di reazione  di  13mila-30mila uomini e una forza d’intervento rapido di 5mila soldati.
Secondo la concezione strategica della Nato, approvata nel vertice di Lisbona del 2010, questa forza militare non si limiterà alla difesa  dei territori dei paesi membri.
La NATO dunque agisce come un'estensione della potenza militare degli Stati Uniti, in funzione dei loro interessi, strumento di aggressione a popoli e stati sovrani.

08/10/15

PALESTINA

APPELLO DELLA FEDERAZIONE DEMOCRATICA INTERNAZIONALE DELLE DONNE (FDIM/WIDF) PER UNA CAMPAGNA DI "PROTEZIONE INTERNAZIONALE PER IL POPOLO PALESTINESE"


La Federazione Internazionale Democratica delle Donne (WIDF) a nome della  sua  vicepresidente Mayada Abassi, palestinese,  e dell'Unione Generale Donne Palestinesi , unite e insieme con i popoli amanti della pace giusta in tutto il mondo, invita voi e le vostre organizzazioni ad aggiungersi a una grande catena di tutta l'umanità in difesa e per la protezione internazionale del popolo palestinese.
Chiediamo la vostra preziosa partecipazione a questa campagna, sollecitando altre entità del vostro paese, parlamentari, sindacalisti, cittadini e cittadine, scrivendo ai vostri governi e agli organismi internazionali, aggiungendosi alla voce di ogni palestinese che chiede protezione per il suo popolo e la sua nazione contro le aggressioni comandate da Israele con il pieno supporto degli Stati Uniti.
Abbiamo ascoltato il grido del Presidente Palestinese che il 6 ottobre presso le Nazioni Unite ha chiesto a tutti  di unirsi al suo popolo in questo momento di recrudescenza degli attacchi alla Palestina. La resistenza del popolo palestinese e soprattutto dei giovani che in ogni angolo, con le pietre in mano, affrontano con coraggio e determinazione i soldati israeliani e i coloni armati, che uccidono la gente in tutte le città e villaggi. Dei coloni armati hanno bruciato un bambino palestinese di 3 anni con la madre e il padre, la famiglia Dawabshe, rapito una bambina di 9 anni che era per strada, l'hanno presa e bruciata. I coloni hanno bruciato i raccolti, gli ulivi centenari, alberi simbolo del Paese, che assicurano la sopravvivenza del popolo palestinese.
La popolazione difende la sua terra e le sue case confiscate con la forza in tutti i modi, a Gerusalemme, luogo sacro per il popolo palestinese, dove Israele sta bruciando chiese, moschee e impartisce ordini militari di uccidere chi cerca di resistere. Tentano in tutti i modi d'impedire che la terra di Palestina diventi lo Stato di Palestina, che essi occupano dal 1967. L'occupazione vuole impedire la creazione dei due Stati, quello d'Israele e quello di Palestina.
La lotta per la Palestina libera e sovrana, con Gerusalemme Est capitale, cresce in tutto il mondo. Oggi sono 139 i Paesi che riconoscono lo Stato palestinese, che vogliono e supportano la creazione di uno Stato palestinese libero e sovrano!
La nostra volontà incrollabile e la vostra adesione a questo manifesto può vincere questa ultima aggressione israeliana contro il popolo palestinese e la Patria Palestinese Libera.

Marcia Campos


presidente della Federazione Democratica Internazionale delle Donne (WIDF)

07/10/15

NO WAR - NO NATO

“Le bombe che sganciano i mass media sono quelle che causano le prime vittime”




Nell’intervista al settimanale online Canarias-semanal, ANGELES DIEZ, sociologa esperta di comunicazioni di massa, spiega perché “Guerra e mass media” sarà uno dei temi più urgenti  in discussione nella Conferenza internazionale del 6-7-8 novembre 2015 a Madrid, in cui si costituirà il Tribunale Permanente dei Popoli contro la guerra imperialista e la NATO


- Qual è il rapporto tra la NATO ed i mass media? Si può dire che questi sono al servizio del potere imperialista?

   - La prima cosa da notare è quale ruolo giocano i mass media nei conflitti armati, sia nella possibilità che avvengano, sia nella loro giustificazione. E poi, spiegare qual è il ruolo dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO)   nel mantenimento e l'espansione del  potere imperiale.  Si suol dire che i media sono  quarto potere.   Cioè, insieme al potere legislativo, esecutivo e giudiziario, sono un nuovo potere che, attraverso la creazione e la gestione della opinione pubblica, generano un potere diverso. Si suole anche dire che sono meri strumenti del potere. Se partiamo da queste premesse, la conseguenza logica sarebbe quella di pensare che a seconda di chi o che cosa controllano i media, avremo dei media che servono l’uno o l'altro (stati, aziende, partiti politici, l'esercito ....) e che basterebbe appropriarsi di uno o più mezzi di comunicazione per contrastare gli effetti dei media al servizio del potere. Ma la realtà è ben diversa. Oggi i mass media sono la forma nella quale  il potere si manifesta. Cioè, sono una delle facce del potere, una parte sostanziale.

06/10/15

Afghanistan

CODEPINK ai vertici militari Usa: bombardare un ospedale è un crimine di guerra. Questa impunità deve finire!


 Codepink, movimento di donne per la pace statunitense, ha lanciato una petizione per chiedere che gli Usa ammettano la propria colpa nel bombardamento dell'ospedale di Medici senza Frontiere  a Kunduz e risarciscano le vittime.
“Bombardare un ospedale è un crimine di guerra. Ma questo è esattamente ciò che l'esercito americano ha fatto a Kunduz, in Afghanistan, durante il fine settimana quando diverse bombe sono state sganciate  su un ospedale di Medici Senza Frontiere, uccidendo 22 persone e ferendone decine di altre. Il 6 ottobre (2015), Codepink avrà un'audizione presso l’Armed Services Committee, con il comandante in capo degli Stati Uniti in Afghanistan, il generale John Campbell. Noi gli chiediamo di chiedere scusa per il bombardamento, di ricostruire l'ospedale, fornire assistenza sanitaria ai feriti e risarcire le famiglie delle vittime, e di sottoporsi ad un accertamento indipendente delle responsabilità!
Il criminale bombardamento ha fatto 22 morti, tra cui 12 membri dello staff, 10 pazienti, tre dei quali erano bambini. Medici Senza Frontiere aveva fornito nei giorni precedenti le coordinate dell'ospedale alla coalizione capeggiata dagli Usa in Afghanistan, e ora chiede un'indagine indipendente su quello che viene definito giustamente un crimine di guerra.
L’8 ottobre si compiranno 15 anni di presenza militare americana in Afghanistan, la più lunga guerra in cui gli Stati Uniti siano stati coinvolti. Gli Stati Uniti sono stati responsabili della morte di migliaia di afghani innocenti nel corso degli anni ma raramente hanno riconosciuto le loro responsabilità. Questa impunità deve finire!”.

03/10/15

HELSINKI

UNA SICUREZZA COMUNE PER L'UNIONE EUROPEA E LA RUSSIA



Si è svolta ad Helsinki la Conferenza su NATO e Russia nella regione del Mar Baltico, organizzata dalla rete internazionale No guerra – No NATO con la partecipazione di WILPF Finlandia, Donne per la pace  finlandesi, Donne per la pace svedesi,  Svenska Kvinnors Vänsterförbund / donne svedesi di Sinistra, Comitato dei 100 in Finlandia, Comitato per la Pace finlandese, Psicologi finlandesi per la Responsabilità Sociale, Artisti per la Pace (PAND), Istituto di Educazione alla Pace, Unione per la Pace di Finlandia, Medici per la responsabilità sociale, e con il supporto della GUE -Sinistra  Europea.
Al termine dei lavori è stata approvata la seguente dichiarazione comune:

Dichiarazione sulla sicurezza comune per l'Unione europea e la Russia
Helsinki, 6 Settembre 2015:  .
In Svezia, prima delle elezioni parlamentari nel 2014, il governo svedese ha firmato l'Host Nation Agreement (accordo della nazione ospite) con la NATO. L'implicazione di questa firma è che la NATO, in tempi di crisi e di guerra, sarà in grado di dispiegare equipaggiamenti e personale militare per l’addestramento sul suolo svedese. Dal momento che le armi nucleari non sono direttamente menzionate in questo accordo, potrebbero benissimo essere incluse nel processo, costringendo la Svezia a supportare la politica nucleare della NATO.
In Finlandia, il 'Protocollo d'intesa di Host Nation Support' - il preludio all'accordo - è poco conosciuto dal pubblico e, probabilmente, anche dalla maggior parte dei politici. Si dice che sia solo una parte di "una pianificazione e revisione dei processi" che riguardano la Finlandia. Si compone di 57 punti che portano a un coinvolgimento estremamente impegnativo nella NATO.
Mentre perfino al culmine della Guerra Fredda, la Finlandia e la Svezia sono rimaste neutrali, esse sono ora, senza tanta discussione e né dibattito pubblico, forzate ad allontanarsi dalla neutralità in un rapporto molto più stretto con l'Alleanza NATO e ad avvicinarsi pericolosamente alla piena adesione alla NATO. Questo processo aumenta la tensione nella regione del Baltico in quanto implica un aumento delle esercitazioni di guerra e, di conseguenza, della corsa agli armamenti.

PALESTINA

LA BANDIERA DELLA PALESTINA ALL'ONU

La bandiera della Palestina alle Nazioni Unite è una grande vittoria e un promemoria: l'occupazione sionista deve finire.  Comunicato di Socorro Gomes, presidente del WPC




"Per noi del Consiglio Mondiale della Pace, è stata una grande soddisfazione e gioia vedere, questo 30 settembre, il momento storico in cui la bandiera della Palestina è stata alzata presso la sede delle Nazioni Unite. L'occasione è altamente simbolica e richiede una riflessione, dal momento che esprime, soprattutto, la speranza investita dal popolo palestinese in questa organizzazione da 70 anni.

Nello stesso momento in cui l'ONU celebra un anniversario di valutazioni, dibattiti sui percorsi compiuti e futuri, e l'urgenza di una riforma - rischiando di diventare obsoleto e illegittimo, se non lo fa - i palestinesi denunciano, ancora una volta, i crescenti insediamenti illegali e altri crimini commessi dagli occupanti sionisti.

Oltre 20 anni dopo la firma degli accordi di Oslo, come il presidente Mahmoud Abbas ricordato, l'Autorità nazionale palestinese è l'unica a rispettarli. I negoziati sono stati deliberatamente protratti, avendo come loro sponsor il maggiore alleato di Israele, gli Stati Uniti, che sostengono questa entità oppressiva  funzionale ai loro interessi imperialistici nella regione.

Pertanto, la bandiera della Palestina alzata presso le Nazioni Unite - che avviene tre anni dopo il riconoscimento della Palestina come Stato non membro da circa 140 Paesi - dovrebbe costituire una spinta fondamentale ed essenziale verso la soluzione della questione palestinese con la fine dell'occupazione israeliana e la condanna delle responsabilità della leadership sionista nei crimini di guerra su cui si sostiene questo regime oppressivo.