29/11/17

Persone, non confini

 Fight/right - Diritti Senza Confini, Roma 16 Dicembre 

Manifestazione nazionale per i diritti di migranti e profughi


AWMR Italia - Donne della Regione Mediterranea aderisce all'Appello  per uguali diritti e contro la ghettizzazione dei migranti/profughi e alla Manifestazione Nazionale indetta per il 16 dicembre a Roma.  Ore 14 da Piazza della Repubblica. 
    
                                       
«Siamo quelle donne e quegli uomini che attraversano il pianeta, decine di milioni di persone strappate alla loro terra e ai loro cari dalle scelte geopolitiche, economiche e ambientali dei potenti, costrette ogni giorno a combattere contro i fili spinati e i muri fisici e ideologici. Siamo i dannati della globalizzazione e delle politiche antisociali imposte dall'Unione europea e dalla Banca centrale europea (BCE) alle popolazioni d'Europa e d'Italia, che privano le persone del reddito, del lavoro e dell'alloggio indipendentemente dalla provenienza geografica.

«Basta parlare di noi, su di noi, contro di noi, o al posto nostro. Basta fare affari sulla nostra pelle, basta guadagnare voti sulla scelta di accoglierci o di cacciarci. Non abbiamo bisogno di retorica interessata, abbiamo bisogno di fatti. Il razzismo, lo sfruttamento sociale e lavorativo che viviamo concretamente non è possibile batterlo con la carità né speculando sulle nostre vite.
Il razzismo si sta diffondendo proprio tra chi sta più in difficoltà, tra le persone più povere. Il cambiamento che vogliamo non può riguardare solo la nostra condizione ma anche quella di quanti soffrono uno stato di ingiustizia e di privazione.

«È grazie ai tagli allo stato sociale e alla ghettizzazione di ampie fasce della società che molti territori, secondo una logica di confino e militarizzazione, sono stati trasformati in discariche di bisogni e depositi di ingiustizie sociali.

«Partendo dall'impegno costante nei territori, creando e valorizzando buone pratiche condivise, le nostre storie si sono intrecciate nella condivisione dei bisogni comuni, consapevoli di dover prendere il nostro destino nelle nostre mani per ottenere il riscatto sociale e rifiutare le campagne xenofobe e razziste condotte sulla nostra pelle, di qualsiasi colore essa sia.
Riteniamo l’insieme degli attuali dispositivi legislativi italiani (Bossi – Fini con il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro; Minniti – Orlando; decreto Lupi) ed europei (Regolamento Dublino III) un tentativo di camuffamento della realtà che vuole far passare i migranti e i profughi come i responsabili primi delle disuguaglianze sociali. Gli obiettivi dichiarati sono la trasformazione del welfare in elemosina da elargire agli ultimi e l’individuazione del povero e del migrante come nemico da combattere, specchio inquietante di una società che si vuole governare con la paura e lo sfruttamento, contrastando e reprimendo le forme di dissenso e di lotta per i diritti.

«Consideriamo inaccettabile che chi nasce e cresce sul territorio italiano faccia fatica a essere riconosciuto come cittadino italiano. Basti osservare le reazioni scomposte al tentativo poco convinto di introdurre lo ius soli, alle quali opponiamo la certezza incrollabile che la politica si debba assumere la responsabilità di una legge sulla cittadinanza per le cosiddette seconde generazioni. Senza dimenticare la condizione dei minore straniero non accompagnato.
Siamo convinti che una parte significativa della filiera dei centri d'accoglienza neghi quotidianamente i nostri diritti e faccia invece parte a pieno titolo del sistema di sfruttamento economico, lavorativo e sociale che nega i nostri bisogni e colpisce la dignità non solo dei profughi ma anche degli operatori. Si vogliono trasformare le persone in oggetti invisibili e senza diritti, esattamente come si sente invisibile chi è in un centro d’accoglienza o chi è ancora privo di un permesso di soggiorno. Crediamo che la regolarizzazione sia l'unica via per restituire dignità a queste persone.

«Oggi la filiera dell'accoglienza è diventata troppo spesso la giustificazione umanitaria per alimentare un business che mantiene in una condizione di ricatto permanente le persone, permettendo l'arricchimento di cooperative e gestori dei centri.

«A partire dal lavoro nei territori e dalle pratiche quotidiane, abbiamo condiviso la necessità di coniugare antirazzismo, anti-sessismo, lotta per la giustizia sociale e la libertà di circolazione e di residenza. È per questo che abbiamo deciso di organizzare una manifestazione nazionale a Roma il 16 dicembre per rivendicare la giustizia sociale e il diritto all'uguaglianza per tutte e tutti.

«La manifestazione che vogliamo costruire è promossa pertanto proprio da noi, i dannati della globalizzazione e della colonizzazione economico finanziaria, uomini e donne in fuga o sfruttati. Non è la manifestazione che parla di noi, è la nostra manifestazione, per prendere parola e spiegare la nostra piattaforma rivendicativa, gli obiettivi concreti della nostra lotta.

«Proponiamo ed invitiamo tutte le realtà laiche e religiose, i movimenti antirazzisti a condividere e promuovere questa manifestazione nazionale partendo da una piattaforma articolata sui seguenti punti:

·Per la libertà di circolazione e di residenza;
·Per il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari ai profughi a cui non è stata riconosciuta la protezione internazionale;
·Per la regolarizzazione generalizzata dei migranti presenti in Italia;
·Per la solidarietà, l’antirazzismo e la giustizia sociale;
·Per la regolarizzazione dei migranti presenti in Italia;
·Per l’abolizione delle leggi repressive (Bossi-Fini, Minniti - Orlando e Dublino III);
·Per la rottura del vincolo permesso di soggiorno/contratto di lavoro e residenza;
·Per il diritto all'iscrizione anagrafica;
·Contro i lager e gli accordi di deportazione;
·Per la cancellazione dell'art 5 della legge Lupi e della legge sulla Sicurezza urbana;
·Per un'accoglienza un lavoro dignitosi per tutti e tutte;
·Contro qualsiasi forma di ghettizzazione;
·Per spese servizi sociali fuori dal patto di stabilità;
·Per il diritto al reddito minimo per tutte e tutti »

Per promozione / informazioni /comunicazioni ed adesioni: 

28/11/17

DONNE PER LA PACE

Una Carovana di donne  per il disarmo nucleare



La Awmr Italia - donne della regione mediterranea aderisce alla CAROVANA DELLE DONNE PER IL DISARMO NUCLEARE che è in marcia su vari territori italiani per promuovere una maggiore coscienza sociale e politica sulla necessità di raggiungere il disarmo nucleare globale. Promossa da Wilpf Italia (sezione italiana  della Lega internazionale di donne per la pace e la libertà) e International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), Premio Nobel per la Pace 2017, la Carovana si è avviata il 19 novembre a Livorno, città resa funzionale alla guerra attraverso una sinergia negativa tra porto nucleare (uno degli 11 esistenti in Italia), base militare Usa di Camp Darby e Hub aereo militare di Pisa. Dal 20 novembre fino al 10 dicembre in contemporanea si sono attivati in varie città presidi davanti a siti militari e basi militari dove sono stoccate circa 70 bombe nucleari Usa (Ghedi e Aviano), manifestazioni, raccolte di firme, incontri con gli studenti, filmati, mostre, presentazione di libri e iniziative d’arte per la pace.
Questo il messaggio riverberato dalla Carovana:
Ø      No alle Armi Nucleari.
Ø      Sì alla sicurezza dei territori e alla salute della popolazione.
Ø      Sì a una Economia di Pace.
Ø      Sì alla firma e ratifica italiana del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW, votato dall’Assemblea Generale delle NU il 7 luglio 2017).
Ø      Sì alla difesa e applicazione della Costituzione italiana.
Il 25 novembre la Carovana ha partecipato alla manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne indetta da NON UNA DI MENO e ha raccolto le firme.sulla Petizione che chiede al Governo italiano di ratificare il TPNW. L’11 dicembre consegnerà alla Presidenza della Repubblica le firme raccolte in ogni città.
 Altre associazioni co-promotrici: Disarmisti Esigenti, Comitato No guerra No Nato, Pax Christi, Pressenza, LDU, Accademia Kronos, Energia Felice, PeaceLink, Donne in Nero, Mondo senza guerre e senza violenza, Fermiamo chi scherza col Fuoco atomico (Campagna OSM-DPN).  

25/11/17

25 NOVEMBRE

Perché è necessario che gli uomini si esprimano contro la violenza sulle donne

Phumzile Mlambo-Ngcuka vice-segretaria generale delle Nazioni Unite
e direttrice esecutiva di 
UN Women
La violenza fisica e sessuale contro le donne continua a essere una delle violazioni più pervasive dei diritti umani nel mondo, con una donna su tre che la sperimenta in qualche modo nella sua vita. Aiutato dalla cultura del silenzio e impunità, questo ciclo diffuso di violenza priva innumerevoli donne del loro diritto a un senso di sicurezza personale e dell'opportunità di realizzare le loro potenzialità. Cosa fare per porre fine a questo modello di abuso?
La direttrice esecutiva di UN Women Phumzile Mlambo-Ngcuka sostiene in questa intervista del 20 novembre scorso - pochi giorni prima della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne - che rispondere con l’indignazione silenziosa non è abbastanza: bisogna fare rumore. Come si può lavorare tutte e tutti insieme per rendere il mondo un posto più sicuro per le donne e perché c'è così tanto bisogno che gli uomini si facciano avanti e si esprimano contro le molestie e le aggressioni alle donne.

08/11/17

1917-2017 CENTENARY

ONE HUNDRED YEARS OF WOMENS REVOLUTION



The Women's International Democratic Federation (WIDF)'  worldwide campaign aims to

    • highlight the women's protagonism in October Revolution
    • highlight benefits that the Bolshevik revolution brought not only to the Russian people and women, but also all over the world;
    • enhance political principles and ideals that motivated  the revolutionary process in Russia and have been influencing every revolutionary processes in the world, including the women's liberation movement.
    "The Bolshevik revolution has uprooted more prejudices about women than mountains of writings on women's equality", Lenin declared with justifiable satisfaction in 1920, during his famous interview with Clara Zetkin.
    "Women occupy management positions in the Soviets, Executives, in all kinds of ministries and public offices and this is a great value for us "- the leader of October Revolution added - "This is important for women all over the world, because it highlights the women’s capacity and the great value of their work  in our society."
    It’s true, in fact, that the 1917 Russian revolution has imprinted on itself the sign of the female leading role since its inception.

    07/11/17

    Centenario 1917-2017

    Le donne nella Rivoluzione d'Ottobre

    La rivoluzione bolscevica del 1917 reca impresso in sé fin dai suoi esordi il segno del protagonismo femminile. E ancora oggi noi possiamo dire, senza timore di smentite, che essa ha rappresentato una tappa storica fondamentale non solo nel cammino di emancipazione delle classi lavoratrici e dei popoli, ma anche delle donne. Non si può fare la storia del movimento internazionale femminile senza fare riferimento a quella straordinaria rivoluzionaria stagione e alla favolosa lotta delle donne bolsceviche, se vogliamo comprendere gli sviluppi di esso fino ai nostri giorni.
    WIDF FDIM FDIF 
    @fdim_